Domenica 29 settembre, in occasione della 105° Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato, le chiese di tutto il mondo sono state “invase” da culture, canti, colori e tradizioni diverse. “Non si tratta solo di migranti”, il titolo della giornata, che invita a riflettere sulle nostre paure e sulla realtà attuale, caratterizzata da conflitti, guerre, ingiustizie, che colpiscono soprattutto i poveri e gli svantaggiati.
Anche la nostra Chiesa diocesana ha accolto con gioia l’appello del Pontefice. Infatti, presso i locali della parrocchia della B.V Consolatrice di Marina di Massa, l’Ufficio Migrantes diocesano in collaborazione con Caritas e Casa Betania, ha organizzato momenti di condivisione e di incontro tra la comunità locale ed i migranti presenti nelle nostre parrocchie
Nel corso della S.Messa, il vescovo Giovanni nell’omelia ha precisato come senza verità e giustizia, la pace nel mondo risulti difficilmente raggiungibile. «L’impegno di costruire un mondo diverso – ha detto mons. Santucci – mi portano ad accogliere senza paura e senza esclusione l’altro, che considero fratello».
La giornata di domenica ha offerto anche l’occasione per conoscere la storia di Bakary Oularè, un giovane sarto ivoriano, che, fuggito dal paese natio dilaniato da lotte interne, una volta giunto in Italia ha cercato di inserirsi immediatamente nel nuovo contesto sociale. Approdato in Italia nel 2016, il giovane ivoriano aveva con sé poco o nulla, ma si è subito attivato per realizzare il suo sogno: diventare un sarto professionista. L’equipe di casa Betania si è adoperata per fornirgli l’occorrente per il confezionamento degli abiti, che coniugassero lo stile occidentale con i colori dell’Africa. Oggi, grazie ai corsi organizzati dal CNA e dalla Regione Toscana, Bakary sta perfezionando ulteriormente la propria tecnica stilistica.
I 31 abiti del designer ivoriano sono stati i protagonisti della seconda parte della serata. Dopo la cena etnica condivisa, in cui i partecipanti hanno gustato piatti tipici della tradizione culinaria nigeriana, senegalese, rumena, albanese e italiana, un Bakary emozionatissimo, ha dato l’avvio alla sfilata delle sue creazioni, sullo fondo di musiche della tradizione africana.