“Pregare in casa non deve essere inteso come una privazione, ma come occasione per riconoscere la grandezza della vita familiare”. Così i vescovi della Conferenza Episcopale Toscana nel nuovo comunicato pubblicato il 13 marzo. Nel frattempo, “riteniamo di poter mantenere aperte le nostre chiese, come segno di una Chiesa che resta presente alla vita delle comunità”.
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