Pasqua 2024: messaggio del vescovo Mario

Vivere la Pasqua di Resurrezione è consapevolezza che la gioia che il Signore ci dona, passa necessariamente dall’esperienza della croce. «O Dio onnipotente ed eterno (…) fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della tua passione, per partecipare alla gloria della resurrezione».

Ma quale questo grande insegnamento della sua Passione?

Il Signore Gesù ha attraversato per noi l’oscurità del peccato perché ha voluto condividere la condizione dell’uomo, sperimentando le conseguenze della lontananza da Dio. Gesù «svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (cfr Fil 2,7). E ancora «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (cfr Fil 2,8). In questo modo Gesù ci ha riconciliati tra di noi e con Dio e il suo Spirito di amore, quella relazione tra il Padre e il Figlio, lo ha riversato nei nostri cuori (cfr Rm 5,5).

Ecco allora che nel percorso di ciascuno verso quella consapevolezza che ci fa esclamare, «non sono più io che vivo, Cristo vive in me» (Gal 2,20), ci viene in aiuto la figura di san Francesco, di cui celebriamo gli 800 anni dell’impressione delle Stimmate, vero esempio ci colui che si lascia conformare da Cristo e dalla sua croce. L’incontro con il Serafino crocifisso e l’ascolto della sua parola di misericordia trasformarono le ferite di Francesco in stimmate di Cristo. Sul Monte della Verna, il santo fu segnato definitivamente dalla logica di Dio impressa sul corpo di Gesù.

Il paradosso della sofferenza e del male è risolto nell’esperienza della compassione e dell’amore. La sua morte, la sua risurrezione ci donano la guarigione proprio perché significano non una fuga dal male e un’alienazione dalla creazione decaduta, ma un suo coinvolgimento incondizionato e senza limiti in essa. La croce conduce alla resurrezione e non si dà risurrezione senza croce: qui sta la nostra speranza certa.

Il Signore crocifisso e morto per noi, è Risorto.

Sì, è veramente Risorto!

+ Mario Vaccari, ofm