“A Luni abbiamo le nostre radici, qui siamo nati e ancora una volta invochiamo il dono dello Spirito Santo perché sia guida alla verità tutta intera, apra la mente e il cuore ad accogliere il Vangelo di Gesù”. Questo uno dei passaggi dell’omelia del vescovo Giovanni, durante la veglia diocesana di preghiera, in occasione della Pentecoste, lo scorso 8 giugno nell’Area Archeologica di Luni.
Una “convocazione diocesana” che ha visto la partecipazione di oltre 800 persone, bambini, giovani e adulti, che si sono radunati per pregare assieme e vivere una esperienza di Chiesa, guidati dalla corale “diocesana” che ha curato il canto.
“In questo luogo santo, – ha aggiunto mons. Santucci – caro alla memoria della nostra fede, apriamo il nostro cuore perché lo Spirito Santo trovi spazio dentro di noi: ci permette di parlare lingue nuove, ci spalanca le porte perché usciamo incontro ai fratelli, ci suggerisce vie nuove per andare incontro ai fratelli”.
Il vescovo poi ha dato due indicazioni pastorali da accogliere: i giovani e i poveri. Agli animatori dei giovani presenti, infine, è stato donato il testo della esortazione apostolica post-sinodale “Christus vivit”. Al termine della veglia, i partecipanti hanno condiviso una agape nello stile della semplicità e della fraternità, in una festa della fede che anche quest’anno ha visto la partecipazione di numerosi fedeli.
Un ringraziamento particolare alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria, al Comune di Luni e a tutti i volontari che hanno offerto la loro disponibilità e la collaborazione.
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