IL SIMBOLO DEL ROSONE
La ricchezza simbolica del rosone del Duomo di Carrara giustifica il suo inserimento nel materiale didattico e iconografico del Sinodo Diocesano:
Il cristianesimo da sempre ha assunto la valenza simbolica dell’uomo come espressione del Mistero di Fede. Le antiche cattedrali sono libri simbolici che raccontano la fede vissuta e spronano la testimonianza. Recuperare questo mondo simbolico significa non solo fare opera di cultura ma anche di stile credente che nel simbolo dice e rivela l’Indicibile.
Il rosone presenta una struttura che ruota attorno a due simboli portanti : il cerchio e il quadrato inscritti nel segno cosmico e teologico del tempio cristiano.
Nell’uomo moderno il mondo è percepito come fenomeno, come luogo scientifico, per l’uomo antico, in Occidente almeno fino a Cartesio, il mondo è un organismo armonioso che riflette il mondo celeste.
Il tempio cristiano è così riflesso sulla terra del Tempio celeste e nello stesso Tempio è riprodotta l’immagine del mondo.
Quest’immagine è particolarmente ‘realista’ nel senso che sui muri, sulle colonne della Chiesa sono rappresentati la terra, il cielo, gli animali, le piante, l’uomo, le attività dell’uomo, la storia degli uomini e la storia biblica: la cattedrale medioevale è una vera e propria enciclopedia. Ma a questa immagine realista, che riproduce il mondo, si deve aggiungere quella ‘strutturale’. Il Tempio riproduce il Mistero, l’essenza, la struttura intima del cosmo e della storia, che si riassume platonicamente nella Bellezza.
La convinzione teologica sottostante è che il Tempio sacro è immagine del Cosmo sacro, la Creazione abolisce la distinzione sacro e profano, tutto fuoriesce dalla santità e dalla bellezza di Dio, nulla di ciò che è nel cosmo è da escludersi; tutto, in natura, è itinerario alla bellezza di Dio (S. Bonaventura).
Il cerchio e il quadrato sono simboli primordiali, essi rappresentano il mondo celeste (il cerchio) e il mondo terrestre (quadrato). L’armonia incorruttibile di Dio e la fragilità della terra. La Redenzione è rappresentata dalla Gerusalemme celeste che,quadrata, discende da Dio (Ap.21,12s). Nella Gerusalemme celeste il cerchio è diventato quadrato, il terrestre, il fragile, l’effimero è diventato immortale.
Nel rosone troviamo un cerchio inscritto nel quadrato esso indica la rotazione temporale, il passaggio da questo secolo al secolo futuro, ma anche la ‘discesa’ del celeste nel terrestre. Il quadrato che contiene un traboccante cerchio indica il Mistero dell’ Incarnazione, il ‘Tabernacolo di Dio ‘ nel tempo e nella fragilità dell’uomo.
Il Mistero della incarnazione, Gesù vero Dio (cerchio) e vero uomo (quadrato) è la pienezza del divino nel fragile umano di cui si fa ‘Via’.
Una particolarità simbolica lo indica, anche se a prima vista non si nota. In alto alla sinistra della colonnina centrale del rosone, una colonnina presenta una particolare: nell’ogiva dentellata, il cui apice, quasi ago di bussola, punta verso un gavello della corona periferica della rosa notiamo scolpito dentro un cerchio l’Agnello trionfale con il capo rivolto all’indietro come se invitasse a seguirlo. E’ il grande simbolo di Apocalisse, Gesù Agnello immolato e risorto, che si fa guida per le sue pecore. Ma dove guida? L’apice della ogiva punta infatti verso un gavello della corona periferica che non mantiene l’ornato ma si interrompe con un nuovo simbolo: le chiavi del regno.
Se tracciamo una retta ideale, chiavi ‘ agnello, notiamo con sorpresa che essa indica il Nord, la zona della stella polare, la salvezza del navigante.
Il Messaggio è così chiaro, dentro la storia fragile dell’uomo, dentro la creazione è avvenuto l’Evento determinante la salvezza, l’Evento Gesù, la creazione è salva (i simboli del cerchio e del quadrato). Ciò che è avvenuto in maniera definitiva in Cristo, deve diventare proprietà dei discepoli, a patto che essi seguano l’Agnello che li conduce al Regno.
Così il rosone del Duomo interpella tutti noi. Nel nostro oggi, nel nostro tempo, (il quadrato), sappiamo credere alla presenza, alla venuta del Figlio di Dio? (cerchio). Sappiamo come Chiesa seguire l’Agnello nello scorrere del tempo convinti che lui è la nostra bussola, che ci impedisce di smarrirci nelle tempeste del mare della storia e giungere al porto del regno (le chiavi)?