Introduzione
Vorrei esprimere il mio sincero ‘grazie’ all’Accademia delle Belle Arti di Carrara nella persona del suo direttore il dott. Luciano Massari, e alla prof.ssa Monica Michelotti per la collaborazione che ci ha portato oggi a possedere un logo come Comunicazioni Sociali della Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli che esprime una soggettività propria all’interno della missione universale della Chiesa, annunciare il Vangelo ad ogni creatura.
Un segno riconoscibile
Il logo esprime un segno riconoscibile ed identifica il soggetto che opera: è un rimando, un segno che, in sintesi, supporta, nella società dell’immagine, un brand individuabile. Certo non soltanto all’esterno da ciò che si vede ed in maniera funzionale, ma soprattutto a supporto delle idee che devono sostenere l’azione dell’UCS.
Papa Francesco l’indirizzando il 56° Messaggio della Giornata delle comunicazioni sociali così si esprime:
L’ascoltare è dunque il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione. Non si comunica se non si è prima ascoltato e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo. Per raccontare un evento o descrivere una realtà in un reportage è essenziale aver saputo ascoltare, disposti anche a cambiare idea, a modificare le proprie ipotesi di partenza.
Un coinvolgimento, dunque, dello stesso narratore. Per questo poteva concludere dicendo: “Solo se si esce dal monologo, infatti, si può giungere a quella concordanza di voci che è garanzia di una vera comunicazione”.
Nell’agorà moderno
La Chiesa oggi si deve misurare con questioni che alle volte mettono in crisi certezze antiche e la sua stessa identità: la comunicazione diviene, allora, la ‘sintesi’ necessaria della sua azione; in essa si esprime l’ascolto ma anche la capacità di indicare una via, un indirizzo concreto. Il direttorio delle Comunicazioni sociali sottolinea in questo modo tali nuove condizioni al n. 2:
L’universo dei media costituisce il «primo areopago del tempo moderno […], che sta unificando l’umanità rendendola – come si suol dire – un villaggio globale» (Giovanni Paolo II RM 37). L’innovazione tecnologica, all’origine di profonde trasformazioni sociali, sta determinando una nuova visione dell’uomo e della cultura, così che «non è esagerato insistere sull’impatto dei mezzi di comunicazione sociale nel mondo di oggi. L’avvento della società dell’informazione è una vera e propria rivoluzione culturale» (Giovanni Paolo II – MCS 2000). Nulla di ciò che l’uomo di oggi pensa, dice e fa è estraneo ai media; e i media esercitano un’influenza, con varie modulazioni, su tutto ciò che l’uomo di oggi pensa, dice e fa. Compito della Chiesa è annunciare il messaggio di salvezza a questa società, a questi uomini. Per riuscirci è necessario discernere e rinnovare.
Siamo tutti coinvolti al di là della percezione soggettiva
All’inizio l’era social si è posta sul versante della novità, di un nuovo approccio alla vita. Nella maggior parte delle persone che venivano dall’esperienza della vita reale, tale nuova modalità si è posta come arricchimento e semmai nuova opportunità. Ma la nuova dimensione nella quale tutti siamo stati posti, sia quelli che ne hanno avuto più consapevolezza che coloro che invece ne sono rimasti più ai margini, ha prodotto un nuovo modo di vivere e di pensare la vita. Ancora il direttorio delle Comunicazioni Sociali ‘fotografa’ in questo modo tale nuova situazione al n. 6:
I media sono un fattore decisivo per la crescita non solo dei singoli individui ma anche dell’intera società. «I mezzi di comunicazione sociale sono indispensabili per le società democratiche di oggi. Forniscono informazioni su questioni ed eventi. Permettono ai leader di comunicare rapidamente e direttamente con il pubblico su questioni urgenti. Sono importanti strumenti di responsabilità, perché evidenziano l’incompetenza, la corruzione e gli abusi di fiducia, richiamando l’attenzione sulla necessità di competenza, di vitalità e di devozione al dovere» (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: Etica delle comunicazioni n. 12). In particolare, i media si presentano come elementi decisivi nel definire i processi di cittadinanza e nel ridisegnare le forme di mediazione dell’orientamento culturale, sociale e politico.
Conclusione
La Chiesa mondiale per espressa volontà di Papa Francesco sta vivendo un ‘sinodo’ che la ponga in un atteggiamento di nuova visione della sua stessa identità, attraverso l’ascolto, la condivisione ed il confronto anche con coloro che non ne hanno e non condividono la sua azione nella società. Una sfida tutta ‘comunicativa’ che è resa possibile non solo dai mezzi di comunicazioni sociale, ma da un cambio di percezione della realtà stessa. Così ancora il Direttorio al n. 42:
La Chiesa non è soltanto un luogo di trasmissione della fede, cioè non è una semplice “emittente”. Custode fedele della Parola, la Chiesa è innanzitutto chiamata a porsi in “religioso ascolto” di essa, riconoscendola come dono da condividere con tutti gli uomini. Nell’ascolto della Parola e nell’apertura orante del cuore si perpetua il prodigio della Pentecoste (cfr. At 2,1-13) che permette alla Chiesa di assumere, sotto la spinta e la guida dello Spirito Santo, i linguaggi e gli atteggiamenti maggiormente idonei, in ogni tempo e situazione, per far arrivare l’annuncio del Vangelo a tutti. L’evangelizzazione consiste nella comunicazione di questa Parola, a partire dalla fragilità e dalla mutabilità dei linguaggi dell’uomo. Il dinamismo dell’ascolto e dell’annuncio richiede da un lato di far riferimento costante alla Parola originaria rivelata nelle Sacre Scritture e trasmessa nella tradizione vivente della Chiesa; dall’altro di conservare un’attenzione vigile e critica nei confronti delle possibilità e dei limiti delle forme comunicative proprie delle diverse epoche storiche e dei linguaggi adottati. Ogni parola che sgorga dal dialogo con Dio si fonda e si sviluppa sulla contemplazione della Parola fatta carne, del Verbo vivente in mezzo a noi (CEI,Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 10).
Ecco, questo richiamo al Natale cristiano, un Dio che si fa carne che diviene esperienza incontrabile, costituisce la sintesi più esatta della nostra azione nella Chiesa e nella società: il vostro dono artistico espresso da questo logo la renderà sempre più visibile e riconoscibile, grazie di cuore.