Vivere oggi il Natale
Il Natale vissuto da Francesco a Greccio è un’esperienza profondamente spirituale mistica che ci fa penetrare a fondo nel Mistero di Gesù, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, Verbo che si è fatto carne, diventando pane di vita per noi e per tutti. Il messaggio evangelico nella sua radicalità ci ha portato a scorgere nell’Annuncio della Pace tra i popoli il significato sempre attuale del messaggio che Dio ci ha voluto dare nell’Incarnazione del suo Figlio. <<Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama>>, proclamano gli angeli presenti nella scena della Natività. In effetti quando Gesù manda i suoi in missione dice <<In qualunque casa entriate, prima dite: ‘Pace a questa casa!’, e dite loro: ‘È vicino a voi il regno di Dio’>>.
Lo stile della povertà e dell’umiltà che il Signore Gesù ha mostrato nella sua nascita e che Francesco ha toccato con mano a Greccio deve essere anche lo stile dell’annunciatore del Vangelo: i due modi proposti da Francesco nella sua Regola per risvegliare nei cuori Gesù Cristo crocifisso e risorto. Infatti c’è uno stile di testimonianza che prepara l’evangelizzazione e che consiste nel vivere la propria vita in umiltà e fraternità che manifesta in modo semplice e immediato, l’Amore di Dio per l’uomo e l’intera creazione.
In questi nostri tempi difficili, non possiamo non pensare che proprio quella terra benedetta che ha accolto il nostro Salvatore è martoriata da un conflitto pluriennale che si è improvvisamente trasformato in una guerra violenta. Come non pensare alle tante vittime soprattutto quelle più inermi e senza difesa come le madri e i bambini e i tanti civili oltre che ai militari morti sul campo.
Lo scopo del presepe è risvegliare nel cuore lo stupore di fronte al mistero di Dio fattosi bambino.
Nel Bambino Gesù si manifesta al massimo l’inermità dell’amore di Dio: Dio viene senza armi, perché non intende conquistare dall’esterno, bensì guadagnare e trasformare dall’interno. Se qualcosa è capace di vincere l’uomo, il suo despotismo, la sua violenza, la sua avidità, questa è l’inermità del bambino. Dio l’ha assunta per vincerci in questo modo e condurci a noi stessi.
Allora ecco che ci giunge come una sofferenza condivisa l’appello di papa Francesco: <<Questo Natale pensiamo, pensiamo alla Terra Santa…Un pensiero è per i nostri fratelli e sorelle di Betlemme, la Betlemme di oggi>>, ha aggiunto, <<e naturalmente si estende a tutti gli abitanti della Terra dove Gesù è nato, è vissuto, è morto e risorto>>. Un Natale di dolore e lutto. Allora i nostri presepi in casa nelle Chiese nelle strade, con tutta la ricchezza data dalle statuine, gli sfondi, i paesaggi, i canti e gli effetti speciali…per tutto questo i nostri presepi, devono essere contemplati e vissuti in solidarietà con questi fratelli e sorelle che soffrono tanto, <<per loro – ha detto il Papa Francesco- si preannuncia un Natale di dolore, di lutto, senza pellegrini, senza celebrazioni. Non vogliamo lasciarli soli. Siamo loro vicini con la preghiera, con l’aiuto concreto e anche con il vostro Presepe Vivente, che ricorda a tutti come la sofferenza di Betlemme sia una ferita aperta per il Medio Oriente e per il mondo intero>>.
Un presepe dunque che non sia solo quello con i personaggi in carne ed ossa o quello che creiamo nelle nostre case, chiese, strade e piazze, ma quello che vive nel nostro cuore, come San Francesco ci ha insegnato a Greccio.
Vi auguro un sereno Natale.